Nove colli non è di km. Nove colli è di persone che scorrono come grani di un rosario nell’atto di preghiera. Mirka Venturini: lei si offre volontaria, minuto per minuto , ha una macchina così ricca di cibarie che riesce a sfamare almeno un quarto degli atleti arrivati. Lei non si scompone , affronta le difficoltà con rispettoso silenzio, si cambia d’abito pronta per ogni occasione. Ha un telefono sempre carico per dare notizie a chiunque la chiami chiedendo informazioni. Non mente , dice la verità . Ci guardiamo spesso negli occhi, non parliamo, ci capiamo. Lei crede che ce la farò nonostante tutto. Lei ci crede. Ma non lo dice Danilo Paesini: lui non riesce ad accettare di vedermi lì così, senza forze, senza scudi , senza armi, perché nella S.P. Seven sono io quella forte. Mi prende la mano come fossimo coppia avvezza a passeggiare insieme, mi aiuta a vomitare, mi parla piano. Lui crede che ad un certo punto io recupererò tutto ciò che ho perso. E a Mercato mi vede superarlo, sorride e mi lascia andare. Marco Barbieri: lui ti guarda all’ottavo km madida di sudore e ha gli occhi di chi sa. Il tuo sguardo è di disperazione come chi caduto in mare allunga la mano senza chiedere aiuto. Non parla Marco Barbieri, ma intanto il suo cervello lavora per cercare una soluzione. Lui ti aspetta a Fratta Terme, ti affianca gentile e mette in atto tutto il suo bagaglio di esperienza per salvarti. Non lo so come fa, rispetta i tuoi momenti di vomito e ti guarda bere birra senza toccare cibo, non giudica. Ti permette di arrivare al primo cancello e poi come si incontra un vecchio amico al bar, fa finta di nulla e ti porta a Mercato Saraceno. Lui non ci crede. Ma non lo dice. Non ci crede. O forse sì La Pam: la Pam sbuca nella notte a Barbotto. Ha il marito che ci sta provando per l’ennesima volta, lui è già più avanti , ha già l’assistenza, quindi lei decide di accompagnare per qualche tratto me. Corre quando corro, cammina quando cammino. Non si schifa se vomito un po’, ha pazienza, capisce. La complicità tra donne. Lei non sa come andrà a finire. Lei soffre con noi e per noi e basta. Samuele Graffiedi, il fratello fisioterapista: lui passa la notte a seguire il calvario, ascolta impassibile quando gli dicono “non mangia niente e beve solo birra”, incrocia i miei occhi , spalancati nel buio come quando da piccoli aspettavamo tornare il babbo e la mamma usciti per correre. Lui non crede che messa così arriverò a Perticara. Non ci crede ma non lo dice. Al mattino è di nuovo lì che segue. Di pomeriggio corre sulla battigia all’arrivo a Cesenatico. Va a finire che ci crede. Andrea Galassi e Alessandro Vernocchi: la sicurezza dell’esperienza e il coraggio dell’innocente. La Romagna davanti a me. Lo stimolo per andare avanti e provare a raggiungerli, la mente che immagina il momento del nostro incontro, con me che arrivo da dietro come un regalo a sorpresa. Non arriverò mai da loro. Ci proverò ma non riuscirò ad accorciare le distanze tra noi. Loro credono che ce la farò . Perché lo desiderano . Perché credono in loro. E quindi anche in me. Checco Polverelli: lui passa in macchina e parla di coraggio, cerca di assicurarsi che io sia abbastanza in me e io in qualche modo fingo per non trattenerlo . Poi dice una preghiera e va più avanti. Lui non crede che arriverò a Perticara . Non ci crede ma non lo dice. Paolo Bronzetti: la manna piovuta dal cielo, la guida perfetta che non conoscevi ma che sembra ti conosca da sempre. Lui ascolta ogni tua richiesta e perlustra i bar della zona alla ricerca di ghiaccioli alla menta che distribuirà tra i concorrenti bisognosi come l’uomo dei popcorn al cinema di paese. Il Presidente: Mario Ricci, l’uomo per cui io sto nella podistica Seven. Compare nella notte del Barbotto e durante l’afa del Gorolo. Lui è tranquillo . Mi vede prosciugata ma sembra non avere dubbi . Lui crede che ce la farò . Ci crede e me lo dice Le allegre Comari di Windsor : la Flora , l’Elisa e la Sere decidono di correre con me gli ultimi lunghissimi km di gara. Loro parlano, scherzano come ad una festa ben organizzata e siccome fanno fatica ma sanno che sono più forte di loro, pensano che io stia procedendo in scioltezza e mi trattano come una persona normale anche se sono in giro da quasi 30 ore. Loro mi considerano una wonder woman. Credono che io arriverò. E me lo dicono Nevio Massa: l’anno scorso Nevio si è ritirato ma quest ‘anno deve farcela . L’angelo rosso che lo segue, Paola Grilli, segue con lo sguardo anche me. Mi trovo spesso a controllare che Nevio sia davanti a me e che vada tutto bene, mi accorgo che mi trovo a fare un tifo interiore per lui. Perché se Nevio Massa non dovesse arrivare al traguardo nemmeno quest’anno, per tutti scemerebbero le speranze di riuscita. Io credo che Nevio ce la farà. Ci credo ma non glielo dico. Christian Mazzini: lui mi guida nel tratto finale come se corresse una nove colli che non ha potuto correre quest’anno. Si cala nei miei panni, lui capisce cosa provo e cosa sento. Forse un poco piange insieme a me. Piangiamo ma non lo mostriamo . Lui è sicuro che ce la farò e mi dà appuntamento all’anno dopo . Mario Castagnoli e Andrea Pelo Di Giorgio: i consigli dei maestri, gli sguardi di conforto, gli abbracci all’arrivo. È un sudore che sa di Romagna. Sa di casa. Sa di famiglia. E loro lo sanno. Loro ci credono. Perché alla fine la Romagna,in qualche modo, ce la fa. Samantha Graffiedi: lei arriva a Cesenatico nonostante tutto perché anche se è messa malissimo non ha mai smesso di crederci. Ci crede per se stessa e per tutti quelli che le sono vicini. Non parla tanto, sguardo schivo e perso, forse non intende nemmeno più. Ma senza più liquidi in corpo e scavata all’osso come una ragazzina in perenne lotta con il cibo, lei taglia il traguardo dopo 29 ore e 44 minuti. Arriva e porta le mani alla bocca per coprirsi il volto, come chi non ci crede. Come chi sa di avere fatto più di ciò che sembrava umanamente possibile.